Giovedì 22 maggio 2003-“Catellazzo Post” Pag.2 |
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DENTRO GLI SPOGLIATOI | |||
______di Clerici Gualtiero | |||
EUFORIA GIUSTIFICATA |
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Che quando si vince si è felici è cosa sacrosanta e legittima. Ma quando l’avversario superato è di livello decisamente superiore rispetto a quelli, sino a quel momento affrontati, la gioia per la vittoria si tramuta in vera e propria euforia. La Thermos ieri sera in quel di Arese si è trovata di fronte una Verde2 che schierava tra le proprie file giovani interessanti e dall’indubbio avvenire, ma che soprattutto ha sfoderato una condizione fisico-atletica che è andata ben oltre ogni nostra più rosea aspettativa. I giallo-neri di Castellazzo non erano preparati a dover affrontare una partita così lottata sul filo dei nervi, perché inconsciamente credevano che sarebbe stata una gara di facile amministrazione. Nulla di più sbagliato. Intendiamoci, quello che ho appena enunciato è un principio del quale, in primis, sono pienamente convinto e secondo, che offre molteplici letture. Quello che voglio sottolineare, è che |
pur essendo caduti nel più
banale degli errori sportivi, LA SUFFICIENZA, siamo riusciti a trovare
dentro noi stessi quella forza e quell’intensità di gioco che ci ha
permesso di ribaltare in un amen una situazione che in molti avrebbero già
dato per persa. E’ principalmente per questo motivo che mi ostino a
credere che questa squadra abbia potenzialità ancora inesplorate, ed è
sempre per questo motivo che oso affermare in tutta franchezza che quella
dell’altra sera è stata un’euforia giustificata. Credo di
rispecchiare il pensiero di tutti però, quando affermo che il bel gioco
messo in mostra nelle primissime uscite stagionali è rimasto solo un
gradito ricordo. I risultati arrivano sempre e comunque, ma tra i
protagonisti della Thermos non si riesce più a ritrovare quella fluidità
di manovra che aiuta a divertire e a divertirsi. |
diversi alibi a correre in
aiuto dei giallo-neri,come tanto per citare il più classico degli esempi,
l’abbondanza della rosa. Tutti richiedono il loro spazio, come è
giusto, ma i continui cambi di formazione fanno si che i giocatori in
campo non raggiungano quel feeling neces |
così piacevole li spinge
a rifiutare la sconfitta ad ogni costo. Questi cari miei lettori sono
chiarissimi segni di persone vincenti, di uomini ancor prima che atleti,
che non si sentono inferiori a nessuno, che magari non lo dicono, ma sono
pronti a dimostrartelo settimana dopo settimana su di una terreno
rettangolare con agli estremi due piccole porte. In conclusione nel match
disputato contro la Verde2 sono emerse due inconfutabili verità: 1.la squadra è
psico-fisicamente preparata come forse mai nella sua recente storia; 2. che persistono seri
problemi di costruzione di gioco per i quali non si riesce a trovare una
soluzione; C.G. |
------SEGUE DALLA PRIMA------- Ma vediamoli nel dettaglio
questi ingredienti tanto ricercati. Tanto per iniziare far cuocere a fuoco
lento il Gallina, giusto per ricavare il suo inimitabile sudore, che rende
molto aspro il sapore del brodo, successivamente mettere nel soffritto le
corse di Mattia, i cui polmoni possono immagazzinare una quantità
d’ossigeno simile a quella della foresta d’Amazzonia, mischiare il
tutto con il dinamismo e la carica di Meroni ed attendere un buon quarto
d’ora. Successivamente grattugiare e distribuire equamente la staticità
del Besquetz in modo tale da far amalgamare leggermente la brodaglia
ottenuta sino a quel momento. |
più è stato fatto, la vostra minestra inizierà a
prendere forma, se non proprio sostanza. Prima di servirla in tavola e nei
piatti, ma dopo averla tolta dalla pentola, sbucciare un piede di Nello,
possibilmente il destro, visto che tanto di gol se ne mangi anche troppi,
e mettere quello che si ottiene con il resto. Per concludere, finalmente,
dare una spazzolata di stitichezza offensiva del Merlo, che rende il tutto
più sofferto e maledettamente complicato. |
spazio, se non proprio eguale almeno simile, a tutti i ragazzi, rende il compito di quest’ultimi ancora più arduo, in quanto anch’essi non fanno in tempo ad adeguarsi al compagno di reparto e/o al compagno e basta che subito questo viene sostituito, facendo si che entrambi facciano una magra figura. Come piace dire a me la verità sta nel mezzo, nel senso che troverei molto più opportuno, adoperare si i cambi per l’intero incontro ma secondo le esigenze che ha la squadra e ovviamente il risultato. Chiaramente questo non vuol dire che debbano sempre giocare i più bravi ma solo che forse sarebbe più corretto eseguire una sostituzione quando realmente ce ne fosse bisogno e non quando è l’orologio ad imporlo. Questo argomento comunque ritornerà spesso all’ordine del giorno e speriamo di trovare una soluzione valida al più presto, in modo che i mugugni sempre presenti durante e dopo la partita spariscano una volta per tutte. C.G |
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