Mercoledì 26 marzo 2003-“Catellazzo Post” Pag.2

DENTRO GLI SPOGLIATOI
______di Clerici Gualtiero

LA GUERRA, IL PETROLIO E LA BORSA= RISPARMIARE

Non vorrei di certo passare per persona di cattivo gusto o per un uomo dalla dubbia moralità, ma ciò che è sotto costante visione dai miei occhi, giorno dopo giorno, sono immagine terribili e crude come più non si potrebbe. Ora, vi starete chiedendo cosa questo centri con una semplicissima e banale partita di calcio. Ebbene, io dico niente.Solo che una parola ha attirato la mia attenzione in entrambi i contesti: risparmiare. Da tempo si parla di come il costo del petrolio salga e scenda peggio di una giostra, di come la guerra in Iraq comporti molte spese economiche da ambo il lati e che quindi si deve per forza di cose risparmiare in latri settori. Intendiamoci, la Thermos non deve affrontare problematiche di cosi alto calibro, tuttavia nel suo piccolo, anche la squadra di

Castellazzo deve fronteggiare la “sindrome da risparmio” così come l’ho ribattezzata. Essa consiste nel non spendere troppe energie, per non dire nessuna, quando il punteggio è ampliamente a nostro favore. Di per se la cosa ha un senso, se solo fossimo capaci di amministrare un cospicuo vantaggio. Ma ahinoi, non è così. Per questo negli spogliatoi nessun tono trionfale e parole smorzate dal rammarico di non esser riusciti a condurre in porto la partita con un risultato più ampio di quello finale, così come molto probabilmente sarebbe stato più giusto. Ma chi è causa del suo mal pianga se stesso si dice e quindi il mea culpa è d’obbligo. Quello che mi piace sottolinear è il modo con il quale la squadra è andata largamente in vantaggio, tanta convinzione e

voglia di fare. La difesa ha ben retto allo sfogo iniziale della DeJoint e l’attacco è riuscito a sfruttare le molteplici palle gol create. Questa volta i giallo-neri non hanno dovuto ricorrere alla loro arma segreta, l’ invidiabile forza di reazione, ma forse ce ne sarebbe stato ugualmente bisogno. Già perché non è per forza detto che si deve reagire solo quando il risultato ci è contro, ma anche quando, pur vincendo non si riesce ad esprimere un livello decente di gioco.Ed è proprio qui che volevo andare a  parare. Da due partite,infatti la Thermos non è più in grado di sviluppare una mole di gioco all’altezza della situazione e le vittorie arrivano solamente per meriti dei singoli, una volta Scotti, una volta Pavanello, una volta Allievi e così via. Ma mai che si riesca a fare il modo che

questi splendidi solisti giochino insieme nelle stessa serata. E’ un po’ come se Lennon, McCarty, Starr ed Harrison suonassero per conto loro e non come THE BEATLES e noi sappiamo come esso significhi. A poco a poco il roster sta vedendo rientrare nelle proprie file tutti gli effettivi e questo potrebbe essere una causa del cattivo stato di gioco. E’ probabile infatti che i vari Meroni non siano ancora addentro alla manovra in maniera sufficiente. O forse la stanchezza di questi primi tre mesi d’incontri incominci a farsi sentire nelle gambe dei giocatori della Thermos. Approfondite indagini faranno luce su questa delicata situazione. Nel frattempo non ci rimane altro da fare che accontentarci di vincere a ripetizione…  

C.G.

------SEGUE DALLA PRIMA-------

chiaro ed evidente che questa ragione da sola non mi basta e non può bastare. Il problema è prettamente psicologico ed è fondamentale riuscire ad individuare la cause che l’hanno  determinato. Proviamo a fare una mappatura della situazione. Per prima cosa, ovviamente, vi è il peso che i giocatori danno al punteggio. Trovarsi avanti così nettamente e così presto, per forza di cose, comporta un qual certo rilassamento da parte dei giocatori. Ma ogni cosa ha un limite.Un conto è rifiatare quel giusto per poi riprendere, un altro è addormentarsi e non svegliarsi più. Non si pretende, infatti, di giocare fino allo spasmo ogni pallone, tuttavia neanche al risparmio è conveniente.Per due motivi, principalmente; il primo, e quello più banale, è che si rischia di perdere incontri nei quali si stava dominando, il secondo perché in ogni caso bisogna portare rispetto all’avversario giocando ed impegnandosi qualunque sia la situazione di punteggio. E’ una questione di cavalleria, per così dire.Un altro elemento che può aver creato

la surreale vicenda di ieri sera, è la ottima prestazione offerta dal portiere Clerici. Può succedere infatti, che involontariamente, ma non troppo, i giocatori della Thermos si siano seduti in quanto consapevoli dalla bravura del loro estremo difensore. In sostanza nelle teste dei giallo-neri può essere subentrato questo tipo di pensiero:” Vabbè, tanto anche se non copro, in porta c’è il Vier…” Niente di più sbagliato. Perché io dico che accontentarsi non è da persone vincenti, come invece ci reputiamo. E poi anche Ligabue diceva che:” chi si accontenta gode così così…” Non vedo insomma come mai dovremmo limitarci a controllare un partita, cosa che credo non rientri nelle nostre corde, quando continuando a giocare come sappiamo aumenterebbe lo spettacolo, che non è mai un peccato, e il divertimento che è sempre  alla base dei più grandi successi. Eppoi farsi schiacciare nella propria metà campo per un tempo prolungato come è successo ieri sera è deplorevole, a mio modo di vedere le cose. Ma forse questo

riguarda solo me e il mio immenso orgoglio. Lo stesso mio orgoglio che mi impedisce di gioire di una vittoria che vale quanto una giornata di pioggia in primavera: nulla. Io capisco che i miei compagni vogliano segnare a ripetizione e provare giochetti d’alta scuola e la cosa mi va bene.Solamente se è praticabile, e ieri lo era di certo, piacerebbe anche a me festeggiare qualcosa. E ricoprendo il mio ruolo essere felice significa subire il minor numero di reti possibili. Speriamo che quanto accaduto sia d’aiuto per le partite d’avvenire e che questi spiacevoli comportamenti non si ripetano più. Ovviamente è solo un pensiero ma non di difficile attuazione. Almeno io lo credo.Per il resto, e questo è l’ultimo appunto, vorrei far notare come quando il risultato sia in bilico, ognuno dei protagonisti in campo dia anima e corpo, mentre quando le cose vanno bene o a volte, ma non spesso, vanno molto male ci si lascia andare in maniera indecente e si esce con la testa dalla partita. Rifletteteci!!!

C.G

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