Giovedì 20 marzo 2003-“Catellazzo Post” Pag.5 |
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Thermos STORY-1 | ||
C’ERA UN GRANDE PRATO VERDE DOVE NASCONO SPERANZE…Il campo è quello dell’oratorio di Castellazzo, angusto ed ingiocabile.E’ da qui che inizia tutta quanta la storia |
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La cosa bella dell’essere bambini è che non si ha molto da pensare.Direi persino nulla. Così dopo esser tornati da scuola, lasciata la cartella sul divano e aver comodamente mangiato, ma prima di aver sbrigato i compiti, ci si affrettava ad andare in oratorio per stare con i propri amici e magari dare due calci ad un pallone ed occupare così i lunghi pomeriggi, sia in inverno che in estate. Ed è in questa maniera che è nata, negli attuali membri della S.S.Thermos, l’idea di far diventare questa sana passione, una società con ambizioni senza limiti. Quello che però è pressoché impossibile narrare è l’impegno, l’agonismo che questi ragazzi ci mettevano e ci mettono nel rincorrere un oggetto sferico. Sin dagli albori infatti, vi è stata molta rivalità nelle fazioni in campo, la prima in ordine cronologica si riferisce al “Derby tra Cugini”, così ribattezzato in quanto tra i quattro protagonisti (Viganò-Marangoni da una parte e Clerici-Galimberti dall’altra) vi è lo stesso legame di parentela. Erano partite estenuanti, lunghissime, combattute sino allo sfinimento fisico e non solo, tutti disposti a qualsiasi cosa pur di non perdere l’incontro. Di questo genere di partite ne saranno state giocate una quantità enorme, ma il calcio è lo sport di squadra per eccellenza e pertanto la formula andava rivista e corretta. Per meglio dire, ampliata. |
Inoltre anche l’età di altri ragazzi si stava facendo grande abbastanza per “arruolarli” a giocare a calcio. Dunque all’inizio degli anni ’90, spostando provvisoriamente la sede degli incontri alle “Villette” andavano di scena delle partite di rare intensità e mordente. Le formazioni in campo, che sono rimaste tali sino alla fusione avvenuta nel 1997, vedevano Clerici, Galimberti, Marangoni (in un secondo momento Meroni a seconda della disponibilità e/o necessità) opposti a Scotti, Allievi, Pavanello e Pasqualini, in quello che passerà alla storia come “The Derby” per eccellenza. Questa sfide epiche erano qualcosa di mai visto prima, le forze distribuite equamente in campo, le rendevano talmente avvincenti ed incerte che anche gli spettatori casuali rimanevano stupiti nell’assistere a quello che avevano sotto gli occhi. Dopo che si abbandonava il campo difficilmente si aveva forza, anche solo per parlare.Già perché queste partite avevano una caratteristica unica, che le rendeva speciali e massacranti allo stesso tempo: la durata dell’incontro. Quello che si sapeva con certezza è che l’orario d’inizio (estivo) era previsto per l’una, al più tardi 13:30, mentre quello di chiusura era a nostra discrezione, e quindi imprevedibile. Di questi match, come detto, iniziati alle “Villette” e consolidati all’oratorio, ne sono pieni gli annali. Ma se |
vi stupisce il fatto delle
ore di gioco, figuratevi quando saprete ciò che sto per
raccontare.Infatti l’altro fattore di estrema importanza per valutare
nel giusto modo le sfide “fratricida” è anche l’aspetto
meteorologico. In estate si giocava nelle ore più calde, in primavera ed
autunno, se il campo lo permetteva, ben volentieri anche sotto la pioggia,
ed in inverno con la neve ed il ghiaccio. Ci si ricorda anche di aver
giocato il giorno di S.Stefano! E’ questo il background degli
odierni giallo-neri, alla cui base vi è una passione per il gioco che li
spingeva a giocare anche nelle condizioni più disparate. Ci si divertiva,
si sorrideva, scherzava, ma a volte ci si arrabbiava perché nessuno
voleva perdere e perché nessuno credeva, a ragione, di essere inferiore
all’avversario. In diverse occasioni si è persino giunti a delle vere e
proprie discussioni in merito. Probabilmente tutti questi fattori hanno
fatto si che si giungesse ad un passo successivo, fondamentale per la
nascita e crescita della Thermos: l’organizzazione di un torneo, il
primo al quale presero parte (e di cui inizieremo a parlare nel
prossimo numero n.d.r. ) appunto nel 1997, l’anno in cui questi otto
ragazzi si unirono in un’unica squadra. Ma questa è già un’altra
storia e un’altra verità. Clerici Gualtiero |
----SEGUE DALLA PRIMA----------------------------------------------------------------------------------------------- | ||
1) I fatti del
12/3/2003; 2) Il futuro impiego di
Meroni; |
ma con un minutaggio messo in relazione al risultato.Perché il portiere gioca per vincere.In qualsiasi caso. Mentre gli preclude la possibilità di giocare in un’eventuale torneo, ma non di far parte del gruppo.In sostanza giocherebbe solo a risultato acquisito. Scotti, il secondo a prendere parola, ribadisce più o meno il concetto espresso da Clerici e sulla farsa riga sono anche i pensieri di Allievi e Galimberti. Pasqualini assente, fa sapere che quanto detto rispecchia anche la sua posizione cosi come quella di Pavanello. L’unica voce fuori dal coro è quella di Marangoni che in tempi non sospetti aveva dichiarato che per lui Meroni poteva giocare sempre e comunque. Anzi escluderlo, ha aggiunto, sarebbe da ……... Credo abbiate capito. Per giungere ad una conclusione, riportiamo anche le parole di William. |
Inizialmente, avendo capito male, o essendosi spiegato peggio Clerici, ha detto che non voleva più giocare.Dopo una più attenta riflessione, però, accetta la situazione, probabilmente a malincuore ma tant’è. Parlare ora di soluzione giusta o sbagliata è prematuro. Dopo qualche partita giocata ne sapremo certamente di più. Ma la cosa che ci tengo a sottolineare è che la Thermos non è prevenuta nei confronti di nessuno. Anzi, se qualcuno ha per la testa un’idea più brillante di quella messa in pratica, la tiri furori, c’è n’è un disparato bisogno! Ad ogni modo la cosa veramente importante era trovare un compromesso che riavvicinasse i giocatori. Ciò è avvenuto. Siamo contenti così. Clerici Gualtiero |
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