Giovedì 20 marzo 2003-“Catellazzo Post” Pag.2

DENTRO GLI SPOGLIATOI
______di Clerici Gualtiero

LA VITTORIA DEVE ESSERE PRIMA NELLA TESTA

Una regola non scritta dello sport  vuole che quando si vince tutto vada bene. Io, contravverrò questa dubbia verità. E di motivi per farlo ce ne sono, credetemi. Tanto per iniziare la Thermos scesa ieri in campo, ampiamente rimaneggiate per le illustri assenze di Pavanello, Marangoni e Meroni, ha offerto una prova poco più che sufficiente, di fronte ad un avversario, il Verde2 , che con tutto il rispetto che si deve portare, non è sembrato nulla di eccezionale. I giallo-neri partono ad handicap, e sebbene questa non sia una gran novità, lo è il fatto che dall’altra parte vi sono giocatori con notevole trattamento di palla e dotati di buona corsa ma chiaramente privi di ogni qualsiasi tatticismo. Si pensa che dopo qualche minuto atto a studiare gli avversari si pongano le giuste contromisure ma così non avviene tant’è vero che il punteggio s’insegue per quasi tutta la durata dell’incontro. Ma da i ragazzi di Castellazzo si può

e si deve pretendere di più, non è pensabile soffrire e lottare contro persone che mancano di amalgama. Proprio questo fattore, la poca coralità della manovra, presente anche nella Thermos, ha reso il gioco prevedibile e scontato come più non si poteva, rendendo vani i tentativi d’attacco, e faticando il doppio per recuperare il pallone. Solo dopo qualche decina di minuti si è rivista una squadra degna di essere chiamata con questo nome e come volevasi dimostrare le cose si sono messe subito per il verso giusto. Ma questo non deve essere di conforto, avere la possibilità di saper ribaltare un risultato è una cosa importante, ma meglio ancora è troncare sin da subito le chance di vittoria avversarie. E’ per questo motivo che in apertura dicevo che la vittoria non deve metterci le fette di salame sugli occhi; di alibi, ripeto ce ne sono, ma non devono distogliere l’attenzione da ciò che limita le nostre prestazioni. E di questo ne sono

consapevoli i protagonisti stessi, che subito dopo la partita hanno fatto pubblica ammenda. Ora, ovviamente non è che si voglia rattristare l’atmosfera perché vincere, come insegnano tutti i dottori del mondo, fa benissimo, soprattutto al morale. Ma sarà bene per il futuro correre ai ripari se non si vuole incappare in qualche dolente sconfitta. Ad ogni modo non solo aspetti negativi, di belle novelle ce ne sono state: una su tutte, Allievi. Il mancino della Thermos offre palle invitanti e seducenti quanto solo una diva Hollywoodiana può fare che Scotti puntualmente insacca. Alessandro, in fase offensiva, è letteralmente straripante e i difensori tentano di braccarlo ma inutilmente. Non oso immaginare cosa possa succedere se Allievi rimarrà questo e Pavanello quello di sempre. Con due giocatori della loro capacità tecnica è giusto non porsi limiti, e delle loro incredibili giocate sicuramente ne potranno beneficiare tutti, ma Scotti e Pasqualini in particolare.

Un ultimo accenno al pacchetto arretrato. E’ vero che le punte avversarie producevano molto movimento, non dando quasi mai punti di riferimento, tuttavia in avvio d’incontro nessuno dei difensori giallo-neri seguiva le traiettorie dei loro uomini mentre le punte perdevano regolarmente i tagli dei propri marcatori. Così facendo la stragrande maggioranza dei gol subiti da Clerici sono stati realizzati senza che l’estremo difensore potesse far nulla per impedirli. Solo in un secondo momento si è corso ai ripari ed evitato che la Verde2 imperversasse oltre. Ma questo è un problema che la Thermos si parta dietro dall’inizio della stagione, implicabile per lo più alla scarsa attenzione e capacità di rimanere con la testa dentro al match. E il fattore psicologico conta quanto aver un buon tiro o un eccellente controllo. Noi questo lo sappiamo.  

C.G.

------SEGUE DALLA PRIMA-------

energie e di tirarle fuori solo all’occorrenza. A mio modo di vedere le cose, la questione è più psicologica che fisica, nel senso che i giocatori della Thermos, consapevoli di non essere in possesso di una condizione fisica ottimale, partono con il freno a mano tirato per la paura di non riuscire ad arrivare sino in fondo. Ma fermandosi un attimo a riflettere e a ripensare alle partite già giocate emerge un dato interessante e che dovrebbe infondere enorme fiducia nei giallo-neri. Quando la squadra è o è stata dimezzata dai infortuni vari, contrattempi o quant’altro, coloro che sono scesi in campo hanno dato il 110% delle proprie forze e capacità contribuendo in tal modo a portare a casa una vittoria. Con questo non voglio mettere in dubbio la capacità si sacrificio della squadra, lungi da me,ma voglio dire solamente che messi con le spalle al muro

i ragazzi di Castellazzo ne sanno uscire con stile e classe. Ed è qua dove volevo proprio andare a parare. E se la stessa grinta, la stessa determinazione la si mettesse sul terreno da gioco anche a roster completo? Se, anche solo per una volta, ci togliessimo dalla testa il senso drammaturgico che diamo alle partite non sarebbe meglio? Se sfruttassimo sin dall’inizio tutte quante le nostre potenzialità, non chiuderemmo prima i match, evitando così di correre rischi inutili? Già perché giocando con il “conta gocce” si rischia di perdere incontri imbarazzanti per diversità di valori in campo e questo ne andrebbe del nostro orgoglio. In sostanza abbiamo dimostrato in più di un’occasione come sappiamo dare fondo a tutte le nostre energie, ma probabilmente non dovremmo essere chiamati a tanto con

la frequenza che invece ci contraddistingue. Perché altrimenti questa caratteristica di notevole pregio si potrebbe ritorcere contro noi stessi: involontariamente potremmo cadere vittime della nostra stessa arma, e divenire talmente pigri da subir un passivo, ad inizio partita, di una grandezza tale che nemmeno l’immensa forza d’animo che c’è dentro noi sarà più in grado di colmare. Per concludere, va bene essere consapevoli delle medesime capacità, ma bisogna far bene attenzione a non abusarne. E come disse un giorno un saggio “Da grandi poteri derivano grandi responsabilità.” Facciamo tesoro di questo impareggiabile aforisma e  siamo più diligenti in partita. La forza siamo noi e dentro noi.

C.G

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