Anno I- N° 17

             Îuro 0,50                                                        Lunedì 6 ottobre 2003

CASTELLAZZO POST

La rivista ufficiale della S.S.Thermos

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LA PARTITA CONTRO LA MOZART I GIALLO-NERI PRIMA ILLUDONO (3-1) E POI CAPITOLANO 3-4

THERMOS, LA VERA COMMEDIA ALL’ITALIANA

Il punto di vista

Atteggiamento da provinciale e sfiduciato  

Pavanello e Di Bella, serata da incubo

Ennesimo stop per Marangoni, Allievi out

di Clerici Gualtiero

TRA MODULI E TATTICA PREFERISCO LA SQUADRA

Che nel calcio moderno così come in quello del passato, il tatticismo, il modulo scelto ed i nomi dei titolari, ricoprano un ruolo fondamentale è cosa certa e sicura, tanto da coniare la parola pre-tattica, atta a definire i dipistaggi di allenatori ed addetti ai lavori più in generale. Il mio punto di vista però è che troppe volte ci sia affeziona a questi neologismi tralasciando di fatto il problema di fondo: giocare “semplicemente” a calcio.  Prendete ad esempio la stagione della Thermos, dopo innumerevoli tentativi, discussioni e “incazzature”,  si è trovata la famosa quadratura del cerchio, ovvero un modulo che possa e permetta di sfruttare appieno il valore dei singoli e valorizzare l’intero gioco di squadra. Mi sto ovviamente riferendo alla scelta di predisporre gli uomini in campo con tre difensori ed un unico attaccante, che possa avvalersi del contributo degli esterni per impostare l’azione. Tuttavia ciò si è dimostrata un’arma a doppio taglio nella gara di mercoledì sera contro la Mozart. A sentire Pavanello la responsabilità maggiore è di Marangoni le cui caratteristiche fisiche e tecniche mal si sposano con le esigenze di gioco. E’ una teoria valida e condivisibile, ma a mio modesto avviso deboluccia, almeno di per se stessa. Però se ad essa aggiungiamo, la peggior serata ogni-epoca di Pavanello stesso, l’assenza Achilliana di Allievi, e nel complesso una stitichezza poco invidiabile, il gioco è fatto. Ma la cosa che meno mi piace sentire, soprattutto dai protagonisti in campo, è la continua, quasi morbosa, discussione su come ci si debba sistemare sul terreno di gioco.

Per amor di Dio, la tattica,come dicevo in apertura, è importante ma se è fine a se stessa non comporta nulla di buono. Così, seppur con validissime concause, proponiamo un atteggiamento da provinciale, chiudendoci a più non posso, cercando di non offrire più spazi del dovuto, ed offendere unicamente in contropiede, ma ciò non è un ideale di gioco. Anche perché la difesa, seppur il reparto di maggior sicurezza, a forza di dai e dai capitola e concedere la metacampo sempre e comunque senza lottare è controproducente. Cosi rispetto ad una settimana fa, dove scrivevo come eravamo stati bravi nel possesso di palla, nel mantenere il controllo delle operazioni, oggi mi vedo costretto a ritrattare tutto, e ad esprimere tutto quanto il mio dispiacere, non per il risultato in se, perdere si può, ma per come la partita si è sviluppata. Arrendevoli e sfiduciati non abbiamo quasi mai dato l’ impressione di sapere ciò che stavamo facendo, è questo è davvero disdicevole. I SINGOLI: Gioco di squadra a parte, è il contributo dei singoli a essere completamente mancato, e in primis il già citato Pavanello si è reso autore di una prova squallida e scabrosa, priva di una qualsiasi nota degna di sottolineatura. Condizione fisica a parte ( il nostro 10 dovrebbe svolgere una preparazione a parte, perché di soli piedi non si vive) , sono stati i fondamentali a denotare una situazione di disagio che ha rasentato il fondo. Controlli difettosi o persino errati, anche i più banali, passaggi a volte incomprensibili ed altre sbagliati grossolanamente, scelte dubbie, come il continuo dribbling quando era l’ultimo uomo. Siamo lontani anni luce dal Pavanello utile e determinante. E’ come se dopo il torneo Aresino, disputato in luci ed ombre, Diego abbia perso smalto, fiducia, convinzione e a tratti persino voglia. Vedremo se il tempo lo guarirà. Discorso analogo per Di Bella, il migliore sette giorni fa e assolutamente inadeguato mercoledì. Oltre ad avere ancora evidenti problemi fisici ( ginocchio e caviglia) perde di continuo la posizione in campo, non rispettando le consegne e di fatto creando scompensi a tutta la squadra. Una maggiore disciplina tattica è più che auspicabile per un giocatore che ha dimostrato di saperci fare, anche in questa nuova realtà. Tecnicamente invece ha lo sporco vizio di alzare la sfera rendendo più difficile il controllo della stessa.

 

GLI ASSENTI: E veniamo agli assenti, veri o presunti. L’assente vero è stato Allievi, ed è quasi superfluo dire che senza di lui, la Thermos perde almeno il 70% di pericolosità offensiva, essendo Ale l’unico in grado di poter calciare da qualsiasi posizione. Aggiungo inoltre che se avessimo potuto disporre del numero 7 probabilmente l’incontro lo avremmo portato a casa, ma forse questi sono solo discorsi da bar al lunedì mattina. Marangoni invece merita una disamina più approfondita. Mai domo, sempre disposto a dare tutto ciò che ha in corpo, una volta di più ha dimostrato di essere un tipo coraggioso. Ma ahi lui non è sorretto da un fisico adeguato se è vero come lo è che s’infortuna con una continuità sorprendente e disarmante. Mercoledì prima è uscito per un dolore alla coscia o più probabilmente all’ adduttore sinistro, e poi ha lasciato l’incontro anzitempo per un problema alla schiena; insomma un ambulatorio mobile. Speriamo ora che nessuno dei fastidi che lo affliggono siano di un’entità tale da obbligarlo all’ennesimo riposo forzato.

                C.G.

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