Anno I- N° 21

             Îuro 0,50                                                        Martedi' 17 Dicembre 2003

CASTELLAZZO POST

La rivista ufficiale della S.S.Thermos

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LA PARTITA:   I GIALLO-NERI SONO INDEMONIATI E INCONTENIBILI: MERLONS BATTUTI PER 15-8 !

THERMOS, LA VITTORIA DI UNA STAGIONE

Il punto di vista

 

Marangoni mattatore: realizza 7 reti

Pavanello e Galimberti, epiche prove

Al di sotto delle aspettative il solo Allievi

di Clerici Gualtiero SONO I SINGOLI  A FARE UNA SQUADRA

Una delle discussioni da bar più accese da praticamente sempre è quella che vuole, da una parte i sostenitori del bel gioco, e dall’altra  quelli che invece pretendono i risultati sempre, comunque e ovunque. Premesso che io appartengo alla prima schiera, non è assolutamente fuori luogo affermare che le due opposizioni possano andare in contumacia. A mio avviso è più probabile (nota bene, più probabile) che certi risultati li ottenga la squadra che ha delle solide basi di gioco, che affidi il suo destino ad una organizzazione ben fondata. Del resto, i risultati degli ultimi anni del nostro calcio questo dovrebbero averci insegnato. Nel 1999 il Milan vinse quello che fino ad oggi è il suo ultimo scudetto (speriamo bene…) ai danni della Lazio di Ericsson, e molti dicono tutt’oggi che quel tricolore è figlio della fortuna. Forse, ma molti, forse gli stessi, dimenticano che Zaccheroni, l’ allenatore, poteva contare su automatismi certi e collaudati con uomini di fiducia, quali Helveg e Bierhoff , che lo seguirono dall’Udinese, mentre il suo collega basava tutto sui singoli, vedi Mancini, Vieri, Nedved, Nesta, probabilmente più forti dei colleghi milanisti

ma non in grado di formare una squadra nel vero senso della parola. Più indietro ancora, nel 1997 l’Inter di Ronaldo perse sul filo di lana il campionato contro la Juve, ed il discordo è praticamente analogo. Già, tranne un rigore non fischiato…In sostanza, chi vince la nostra Serie A non è necessariamente la squadra più forte, il calcio è uno sport che permette questa sottile distinzione, ma quella migliore nell’arco della stagione. Ma nel calcetto, e qui veniamo più propriamente a noi, tali affermazioni possono essere smentite. Su di un campo più piccolo è molto più importante avere persone che sappiamo come trattare il pallone, piuttosto che come attaccare gli spazi. Da questo la conclusione che sono i singoli a fare una squadra. Perché, pensandoci pure a mente serena, quanti dei gol firmati Marangoni, avrebbe realizzato Massimo se alle sue spalle non ci fosse stato Pavanello? Quante reti in più avrebbe preso Clerici se a sua protezione non ci fossero stati lo stesso Pavanello e Galimberti? Probabilmente avremmo assistito ad un'altra partita. Io sono favorevole all’ampiamento della rosa Thermos, ma non dimentichiamoci che poi chi scende in campo deve essere in grado di rispettare il suo ruolo. Ad avvalere la mia tesi, cade a fagiolo la cattiva prestazione di Allievi. Come tutti i presenti

 
hanno constatato, la Thermos può pure permettersi di fare a meno del suo Bomber Principe, a patto che Pavanello tenga la Presidenziale Forma, Galimberti l’Infernale Insaziabilità, e Marangoni l’Insospettabile Vena Realizzativa. Tre nomi, tre singoli nomi, che però sono in grado di formare un’ unica squadra. Non dimentichiamoci inoltre di Clerici, e Di Bella (?), che sanno come dare il loro apporto. E Pasqualini, uno dei primi ad emergere nel marasma generale d’inizio anno, per via delle sue doti podistiche. Già, perché a volersi guardare non richiamo più di rimanere pietrificati dalla sguardo della Medusa Gorgonie, anzi, c’è di che essere soddisfatti dell’ evoluzione che la S.S. Thermos ha compiuto in questo suo ritorno alla vita dopo qualche anno, di quasi immobilità. Abbiamo ritrovato le voci che sappiano fare a meno del coro, all’occorrenza sappiamo esprimerci anche come un Gospel e questo, forse, è ciò che più ci premeva ottenere. Non vorrei, ora, che dalla partita con la Merlons, si traessero troppe conclusioni positive, non facciamoci incantare dal canto delle arpie. Però è con viva soddisfazione che dico di essere contento per Marangoni per la partita che ha giocato, al di là delle motivazioni. Per un lungo periodo di questa stagione, ha subito critiche e rimproveri, ed ora può tirare fuori dalla scarpe qualche sassolino (7, mi permetterei di aggiungere)  che gli dava fastidio. Così come qualcosa del genere si può dire di Scotti. Sotto torchio, sotto inchiesta, sotto stimato e perfino sottovalutato, la sola cosa certa che si sapesse di lui, è che non era sottopeso! (Besquetz scusami!) Invece ha affrontato i periodi bui con olimpica calma, consapevoli dei propri mezzi e quindi con responsabilità. La costanza non sarà mai la sua prerogativa, come del resto di Allievi, ma come ho già detto in altre occasioni, non ci sarà quando lo cerchi, ma urlerà presente quando ne avremo davvero bisogno. E veniamo ora a Galimberti.Di lui si è detto tutto e il contrario di tutto. Che non è un leader, che non parla a sufficienza dentro e fuori dal campo,e che necessita di maggior personalità. Sottoscrivo tutt’ oggi queste indiscusse e poco opinabili verità, ma con lo stesso fair-play con il quale Bartali passò la borraccia a Coppi, bisogna anche ammettere che senza il Capitano la musica che si udirebbe in questo stesso periodo non sarebbe ugualmente melodica e dolce. In conclusione, le nostre Colonne d’Ercole, hanno saputo cambiare pelle in positivo e da semplici strimpelli solisti, hanno messo su una banda e che banda. La Thermos Band!

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