Il borgo di Castellazzo 

E’ un complesso di case, cascine e rustici composto da più corti: Corte Grande, Corte del Fabbro, Corte Nuova e Case Nuove, in armonia con la tipologia classica dell’azienda agricola lombarda. 

Come già ricordato la sua origine non è databile, ma sicuramente si è sviluppato contestualmente alla villa, la quale, oltre che alla villeggiatura, serviva anche come centro di gestione agricola delle terre circostanti


Piacere intellettuale e investimento fondiario erano strettamente connessi anche per gli Arconati, tanto che porteranno capitali inizialmente estranei all’economia rurale, rendendo il borgo un’azienda agricola all’avanguardia nel ‘700. 

Un accenno alle "case del Castellazzo" e soprattutto ai terreni, ai boschi e alle vigne è già contenuto nell’atto del 1610 con il quale Galeazzo Arconati acquista tutta la proprietà. 

E’ però Luigi Maria, dopo il 1648, che ricostruì la parte più antica del borgo, il cosiddetto "Castellazzino" , e mise mano anche ad una certa "Corte delli Massari". 

Sulla base dei rilievi per il catasto di Maria Teresa e sulla base della planimetria di Marc’Antonio dal Re, è possibile descrivere come si strutturava il borgo nel ‘700. 

Immediatamente a nord del cortile delle scuderie vi era, come tuttora, la chiesa parrocchiale di San Guglielmo che il Dal re definisce "chiesa del Palazzo" con annesso un cortiletto con abitazione del Parroco. 

Questo insieme è nettamente separato da quello delle scuderie da una "strada per le carrozze" che immette nella " corte grande rustica", un grande spazio rettangolare quasi interamente porticato, addossato all’ala di nord-est della villa e direttamente comunicante con spazi di servizio di questa. 

Collegato al lato nord di questa grande corte vi è poi il cosiddetto "Castellazzino", ossia abitazione famigliare che disegna una corte più piccola e di forma quadrata, corrispondente in pianta alla situazione secentesca. 

Nel 1773 risultavano presenti 4 "case da Fittabili, o siano Massari", e 65"case da Piggionanti, o siano Coloni", e dal registro parrocchiale nel 1774 risultavano residenti nel borgo ben 47 famiglie, suddivise in tre corti, per un totale di 226 persone. 

Il borgo definitivamente costruito raggiunge all’inizio del nostro secolo il massimo numero di abitanti, oltre 500 persone: vi risiedono artigiani, lavoratori agricoli e addetti alle fornaci, formando una vera e propria comunità.. 


Il Borgo e i suoi abitanti 

Il Borgo è costituito corti e da complessi agricoli ancora utilizzati dove viene praticato l’allevamento di vitelli da carne e coltivazioni foraggiere, le famiglie agricole ancora in attività sono tre. 

I suoi abitanti sono circa 120, la caratteristica di buona parte di essi è la grande disponibilità personale che sono disposti a fornire per il bene del Borgo stesso, alcuni si dedicano alla gestione del "Maggio Castellazzese" , in quel mese si svolge la Festa Patronale con mostre di fiori, di pittura con quadri eseguiti anche da artisti famosi che hanno mantenuto il loro laboratorio in Castellazzo e tante altre attività che si susseguono per tutto il mese. Gli stessi abitanti sono inoltre presenti con forme di volontariato nella gestione del Bar dell’oratorio come pure nel coro Parrocchiale e nell’uso dell’organo.